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NEWS

Agosto 2009

Tutte le news riguardati il mondo della montagna, le anteprime delle relazioni, foto e aggiornamenti da oggi le puoi seguire sulla mia pagina di facebook clicca qui

 

Novembre 2009

Montagne Eremi Verticali - ciclo di serate a Ponte nelle Alpi - Paiane


Montagne: eremi verticali, guarda quest’anno ad un “alpinismo giovane”, due ragazzi che non hanno ancora trent’anni, ma che hanno chiara e limpida la loro idea di alpinismo. Una serata dedicata all’arrampicata su ghiaccio e una alle ascensioni prevalentemente tradizionali; la montagna è la stessa, ma cambiano le condizioni che la permeano, cambia l’approccio nei mezzi e nelle forme, ma resta inalterato lo spirito. il programma.

venerdì 20 novembre ore 21
Paiane, Piccolo Teatro “G. Pierobon”
I sogni nel frigorifero
Viaggio dalle Dolomiti al Nord America alla scoperta delle cascate ghiacciate
incontro con l’alpinista
Barry Bona

venerdì 27 novembre ore 21
Paiane, Piccolo Teatro “G. Pierobon”
Luci a Nord Ovest
incontro con l’alpinista
Alessandro Baù

Ottobre 2009

CHIES E LE SUE MONTAGNE
Dal 15 al 27 ottobre si svolgerà la 5. edizione di “Chies e le sue montagne”, manifestazione nata con l’intento di conciliare la passione per la montagna con quella per i piccoli paesi e i momenti di semplice convivialità tipici della cultura alpina.Nel comune dell’alto Alpago ospiti e pubblico si incontreranno nelle osterie, nei ristoranti tipici e nelle sale frazionali per discutere di montagne e uomini, alpinisti e avventure, il tutto con un piglio rustico e umano, nell’ottica di ospitare anche grandi personaggi senza troppa retorica o pomposa ufficialità. programma

Luglio 2008 - Crollo sul M.te Ciuadierona

Fonti autorevoli ci informano che un'enorme crollo avvenuto alcuni mesi fà nel settore degli strapiombi del Ciaudierona ha cancellato il tratto difficile in traverso della via Casarotto Dall'Omo. La quantità di materiale crollata ha completamente cambiato il ghiaione basale, da grigio ora è di colore bianco, e presenta grossi massi in bilico; alcuni di essi si sono fermati in mezzo al bosco. Ad eccezzione della via del traverso, tutte le altre vie esistenti non sono state interessate dal crollo, e quindi sono fattibili, di contro si presenta il problema nel percorere il ghiaione d'attacco per adesso molto instabile .

 

100.000 PASSI IN DIFESA DELLA MONTAGNA E DELLE SORGENTI D’ACQUA

“LUNGA MARCIA PER L’AMBIENTE” DA SCHIEVENIN – COL DEL RORO A VENEZIA
(80 CHILOMETRI A PIEDI)

PER CONSEGNARE “SIMBOLICAMENTE” LE OLTRE 8.000 FIRME RACCOLTE, CHIEDERE ALLA COMMISSIONE VIA DI RIGETTARE QUESTI PROGETTI DI ESCAVAZIONE MINERARIA E SOLLECITARE LA REGIONE VENETO AD APPROVARE UN PIANO REGIONALE CHE REGOLAMENTI LA REALIZZAZIONE DI CAVE E MINIERE.

Il programma

Il Monte Grappa e la Valle di Schievenin di nuovo sotto la minaccia cave.

Il CAI Veneto esprime la più netta contrarietà alla ventilata apertura di nuove cave sul versante feltrino del Monte Grappa, di cui si apprende la notizia dagli organi di stampa.
Secondo tali notizie le cave o miniere sarebbero addirittura due: una nei pressi della località di Campo, in Comune di Alano di Piave, l’altra nelle vicinanze di Schievenin, in Comune di Quero. Risulta assai arduo comprendere come si possa ipotizzare l’apertura di nuove cave o miniere sul Monte Grappa, quando lo stesso Piano di Area del Massiccio del Grappa, approvato dalla Regione Veneto già nel 1994, vieta in tutto il suo territorio nuove attività estrattive e ampliamenti di quelle esistenti. Si ricorda, inoltre, che il Massiccio è classificato quale Sito di importanza comunitaria e come tale dovrebbe essere soggetto a speciale tutela da parte delle competenti amministrazioni territoriali.
In particolare suscita grave preoccupazione l’ipotesi di riapertura e ampliamento della cava della Val Storta, nei pressi di Schievenin. Al di là del valore naturalistico e paesaggistico, tale sito è, ormai per uso consolidato, area di massimo interesse escursionistico, per la presenza di numerosi sentieri e della nota Alta Via degli Eroi, e sede di una delle più frequentate palestre di arrampicata della regione, di fondamentale importanza per l’addestramento alle tecniche di arrampicata,sicurezza e soccorso in montagna.
Il sito della Valle di Schievenin ospita , inoltre, la sorgente del torrente Tegorzo che alimenta l’acquedotto “Consorzio Schievenin”. Intervenire in una zona dalle spiccate caratteristiche “carsiche” (già di per sé tutelata da una normativa nazionale per la presenza di grotte ed inghiottitoi) potrebbe provocare danni irreparabili alla sorgente con drammatiche conseguenze che andrebbero a ricadere sui numerosi comuni della fascia pedemontana riforniti della “preziosa” acqua.
E’ evidente che le nuove cave, con tutto ciò che ne conseguirebbe anche in termini di incremento del traffico pesante, sarebbero del tutto incompatibili con le prospettive di tutela e sviluppo turistico sostenibile che appaiono più adeguate al Monte Grappa. Per questo motivo ribadiamo il nostro no alle nuove cave o miniere e chiediamo alla Regione di non rilasciare le relative concessioni.

Fabio Favaretto T.A.M. Cai Veneto

Nuova via in Val d'Adige

il 24 dicembre 2006 con gin,Giancarlo Pettenati(ed Emanuele Menegardi, cai desenzano) abbiamo aperto una nuova via al cimo, su una torre nascosta:270m di sviluppo, roccia a tratti buona, un pò instabile nell'ultimo tiro, 5°+ e 6°-, tutto il materiale usato(eccetto i friends!!) è stato lasciato;per raggiungere l'attacco(ometto) si può percorrere, come abbiamo fatto noi , il sentiero del monte cimo che si fa di solito in discesa dalle vie del settore nord(25 aprile,girl...) e poi si prosegue per il sentiero naturalistico e poco prima del primo cavo su una cengia si supera un canale e poi una banca che verso destra porta all'inizio della via, sotto una placca fessurata(freccia e ometto); si potrebbe con meno fatica salire al cimo da spiazzi e poi scendere(basta una doppia)per un canale, una bellissima cengia e ancora una canale che verso sinistra porta all'attacco-nell'allegato si vede sulla mappa il percorso di avvicinamento-.

Emanuele Menegardi

Val di Mello un incanto che non puo' finire

Il comitato in difesa della Val di Mello ha iniziato la raccolta firme contro il progetto della Geogreen spa di captare TUTTI i torrenti che alimentano la Val di Mello.


Progetto folle, sconcertante dal punto di vista ambientale, paesaggistico, turistico e storico. Becero anche prettamente dal punto di vista economico andando a compromettere irrimediabilmente il turismo che è la fonte principale di sostentamento delle popolazioni locali.

La Val di Mello piccola Valle Monumentale riconosciuta in tutto il mondo per le sue straordinarie qualità paesaggistiche, si è salvata negli anni sessanta dalle captazioni dell'Enel, dalle speculazioni edilizie, dalle cave, dalle strade, dalle arginature in cemento... Da quarant'anni è tutelata da leggi dello stato:

Decreto Ministeriale del 16 novembre 1973 che la individua come "zona di notevole interesse pubblico: un quadro panoramico alpino di rara bellezza e incontaminato con magnifica vegetazione di faggi, abeti e betulle formato in primo piano da verdi pascoli e acclivi e ricchi di acque, tesi verso i monti che seguono la valle, punteggiato da massi erratici e da casolari sparsi e malghe che costituiscono un suggestivo e caratteristico aspetto, fuso con la natura, avente valore estetico e tradizionale".

Diventata area SIC (Sito di Interesse Comunitario), facente parte del Nascente Parco del Bernina Badile Disgrazia, promossa a Monumento Naturale... Questo patrimonio ambientale non può finire nel 2006 distrutto per l'interesse speculativo di una ditta privata.

Salvare la Val di Mello è una questione di "buon senso" è un dovere di ogni cittadino, è una forma di riscatto verso tutte le speculazioni che hanno devastato il nostro territorio è fissare un punto oltre il quale non si può andare. Per la nostra dignità e per lasciare alle future generazioni l'ultimo meraviglioso giardino delle nostre Alpi.

da www.valdimello.it

per saperne di più e firmare la petizione vai sul sito www.valdimello.it

28 maggio 2006

Comune e Pro Loco di Tramonti di Sopra

INAUGURAZIONE PALESTRA DI ROCCIA

Località San Antonio

L'inaugurazione si terrà con qualsiasi tempo

PROGRAMMA

ORE 9.00 RITROVO PRESSO CHIOSCO PRO LOCO

ORE 9.30 PARTENZA CAMMINATA CON ARRIVO IN LOCALITÀ' SAN ANTONIO

ORE 10.30 SALUTO DELLE AUTORITÀ', DIMOSTRAZIONE DI ARRAMPICATA

ORE 11.30 RIENTRO AL CHIOSCO PRO LOCO

ORE 12.30 PASTASCIUTTA PER TUTTI

DIVIETO DI ARRAMPICATA A ROCCA PENDICE

Si rende noto che:

FINO AL 31 MAGGIO 2006 A SEGUITO DELL’ORDINANZA N° 1 del 02/03/2006
IL PRESIDENTE DEL PARCO REGIONALE DEI COLLI EUGANEI, AI SENSI DELLE DIRETTIVE “UCCELLI” E
“HABITAT” 79/409/CEE E 92/43/CEE
FA DIVIETO
DI ARRAMPICARE E CALARSI DALL’ALTO NELL’AREA DELLA PARETE EST DI ROCCA PENDICE INDICATA
IN GIALLO NELLA FOTO SOTTOSTANTE.
SONO ESCLUSI DAL DIVIETO:
GLI ATTACCHI DELLA PARETE EST, LA VIA CARUGATTI E I PRIMI DUE TIRI DI BANDA BASSOTTIDI

E DI

ARRAMPICARE E CALARSI DALL’ALTO NELL’AREA DI PUNTA DELLA CROCE DI ROCCA PENDICE
INDICATA IN GIALLO NELLA FOTO SOTTOSTANTE.

Per maggiori dettagli e per le foto con le aree interdette

http://www.life.parcocollieuganei.com/

 

FALESIA DI STALLAVENA...ATTENZIONE A CHI AVETE SOPRA LA TESTA

Con la presente intendo segnalare quanto segue. Ieri pomeriggio (sabato 4 marzo 06 n.d.r.)alcuni amici che stavano arrampicando sulle rocce della notissima palestra di arrampicata di Stallavena,in Comune di Grezzana, sono stati ripetutamente sfiorati da sassi e grossi pezzi di legno provenienti dal ciglio della parete, a un'altezza di oltre 25 metri rispetto alla base, in un punto in cui non erano impegnati altri arrampicatori. Per pura fortuna nessuno è stato colpito (ma c'è mancato pochissimo !). Da un successivo controllo, è risultato che sopra il ciglio della parete transitava in quello stesso momento un nutrito gruppo di persone munite di moto da trial. Avvisate dal sottoscritto della pericolosità del loro passaggio per i frequentatori della sottostante palestra, e in ogni caso della evidente inopportunità di transitare in un'area boscata, queste persone hanno ribattuto di essere in possesso di "regolare permesso" (?). Ammesso e non concesso che ciò risponda al vero, mi permetto di fare presente che, ai sensi della legge regionale n. 14/1992, il transito con mezzi a motore ( e,dunque,anche con moto da trial e simili) fuori dalle strade aperte al pubblico transito è generalmente vietata (tranne che ai mezzi di soccorso e della pubblica sicurezza,della protezione civile,degli addetti a lavori agricoli,dei proprietari dei terreni ecc.). Resta comunque evidente la grave pericolosità rappresentata dal passaggio di moto al di sopra di una parete rocciosa che è,da decenni, meta assai frequentata da rocciatori e corsi di alpinismo provenienti da tutto il Veneto ed anche da regioni limitrofe.
Augurandomi perciò che la situazione non si ripeta più in futuro, confido affinchè le competenti autorità vigilino al fine di impedire il verificarsi di situazioni di obiettivo pericolo per l'incolumità delle persone e per l'integrità ambientale dei luoghi.
Distinti saluti.

Fabio Favaretto ( Club Alpino Italiano, Sezione di Mestre )

Appennino Ligure nuova via sulla ROCCA PRIAMESCA (1250 m)

Christian Roccati e Luca Fida aprono sulla parete sud “In punta di Piedi” Prima Ascensione assoluta

La Rocca Priamesca è una guglia alta una trentina di metri o poco più, situata sul versante sud-est del Monte Oramala (1522 m), a circa 1240 m s.l.m. Ci troviamo nei pressi di Lovari, un folcloristico paesino di montagna in Val d’Aveto (comune di Rezzoaglio). A pochi metri dall’abitato, guardando in alto verso le vette, è possibile scorgere la Rocca, che, insieme ad altre conformazioni rocciose sovrastanti la vegetazione, caratterizza fortemente il paesaggio circostante. Una valle incantata a pochi passi dalla riviera di Levante.

Difficoltà di III°con pp IV°+, sempre su una diabase pessima, roccia estremamente friabile e poco proteggibile. La difficoltà è costituita non dall’arrampicata in sé, quanto dall’estrema criticità della roccia. La via richiede una buona tecnica di chiodatura, per poter salire limitando il più possibile rischi oggettivi.

Sconsigliamo la ripetizione ma segnaliamo comunque la via, in quanto la guglia, per struttura, posizione ed estrema bellezza dell’ambiente naturale, meriterebbe una valorizzazione in chiave arrampicatoria. Un valido progetto di chiodatura a resinati e qualificazione sentieristica donerebbe una sua identità ad una punta di cui è sconosciuto il nome persino ai frequentatori del sito. LA VIA

NUOVA VIA SUL MONTE CIASTELIN GRUPPO DELLE MARMAROLE

Stambecchi che ridono

Gianmario Meneghin e Mirco De Col il 05 Settembre 2004 aprono sul versante sud est del monte Ciastelin, stambecchi che ridono,  una nuova via logica in ambiente fantastico su roccia sempre sanissima.  L'itinerario segue un’evidente fessura che dalla base porta fino alla sommità della parete. Sviluppo 130m. con pass. di 7- soste a spit fix da 10 e nei passaggi protetta a chiodi e spit; da integrare con friend medio grandi.

Relazione

BOSCO DEL CANSIGLIO TRA SERATE CULTURALI DIBATTITI E MANIFESTAZIONI

Ottobre e Novembre vedranno una serie di interessanti incontri  e dibattiti, per capire e scoprire questo meraviglioso territorio a cavallo tra Veneto e Friuli. Conoscere storia, tradizioni e caratteri ambientali è il fondamento per una tutela attenta e una valorizzazione intelligente, ecco un motivo in più per non perdere questi importanti appuntamenti. Inoltre come ogni anno si svolgerà la consueta manifestazione a Casera Palatina in difesa dell'antica foresta da progetti e visioni politiche che minano l'equilibrio ecologico e la storia di questi luoghi. 

I programmi : Incontri culturali - Manifestazione

AGGIORNAMENTO ED INSERIMENTO DI FOTO E/O SCHIZZO SULLE VIA ALPINISTICHE

ARRAMPICATA IN FALESIE E COMPATIBILITà IN AREE SENSIBILI
CONVEGNO A SERRA S. QUIRICO (AN)

19 settembre 2004 ore 9.00
Teatro di S. Maria del Mercato

Clicca qui per il programma completo

ALTOPIANO DEI FIORENTINI IN PERICOLO, PREVISTI NUOVI IMPIANTI DI RISALITA

La Regione Veneto, con deliberazione di Giunta 30 aprile 2004 n. 1240, ha definitivamente approvato una variante al Piano regolatore generale del Comune di Lastebasse ( VI ) che ha come scopo consentire il collegamento sciistico tra l'Altopiano di Tonezza e Fiorentini e la vicina Folgaria, in Trentino. L'Altopiano di Tonezza e Fiorentini, situato nelle Prealpi Vicentine e classificato dal Piano territoriale regionale di coordinamento come Ambito di massima tutela paesaggistica per la presenza di straordinarie emergenze naturalistiche e geologiche, aveva formato oggetto di un apposito Piano d'Area approvato nel corso della precedente Legislatura. Tale Piano, oltre alle vere e proprie norme di tutela, conteneva purtroppo anche la previsione di parecchi nuovi impianti e piste da sci, fatto questo che aveva suscitato la presa di posizione fortemente critica da parte della Delegazione veneta del CAI e di altre associazioni ambientaliste. Ad ormai alcuni anni di distanza dall'approvazione del Piano di Area, mentre non risulta sia stata assunta dai competenti Enti alcuna specifica misura di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, l'unica "novità" è rappresentata dunque dall'approvazione della variante al PRG per il collegamento sciistico. Da segnalare che, in occasione dell'esame in Commissione tecnica regionale, il geologo regionale ( cfr. B.U.R. n. 51 del 18 maggio 2004 ) aveva evidenziato l'esistenza di problemi non indifferenti, come possibili distacchi di massi e rischio di valanghe (particolarmente nella zona di malga Casalena e Monte Coston, tanto da far apparire questo sito "non idoneo,in prima analisi,alla realizzazione di alcun intervento" ), difficoltà di reperimento delle risorse idriche per l'innevamento artificiale delle piste a causa della natura carsica dei terreni, presenza dell'unica sorgente idrica a carattere perenne della zona e di un sito geologico meritevole di salvaguardia nella Valle delle Lanze. Tutte considerazioni che non hanno impedito alla Commissione tecnica regionale di esprimere parere favorevole e alla Giunta regionale di approvare la variante.

Fabio Favaretto (CAI - Commissione Tutela Ambiente Montano per il Veneto e Friuli-V.G.)

Rocca Pendice e il Falco Pellegrino

Anche quest'anno è stata accertata la presenza del falco pellegrino sulle rocce del Monte Pendice, notissima palestra di arrampicata dei Colli Euganei. Ricordiamo che il falco pellegrino è specie particolarmente rara, oggetto di tutela anche in base a una Direttiva europea. E' quindi di fondamentale importanza salvaguardare i siti di nidificazione nel periodo della riproduzione.Va peraltro sottolineato che si tratta di una palestra di arrampicata storica, frequentata ormai da quasi un secolo. Per questo motivo l'Ente Parco dei Colli Euganei, d'intesa con la LIPU, la Scuola di Alpinismo e le Sezioni CAI della zona, hanno concordato di interdire all'arrampicata, fino alla fine del mese di maggio, solamente un tratto della parete est. Rimangono praticabili tutti i monotiri (fino alla prima catena di calata) e l'intero versante ovest ( le Numerate ). Per informazioni più dettagliate circa gli itinerari e i settori praticabili senza restrizioni, si possono contattare: la Scuola di Alpinismo del CAI Padova (segreteria@caipadova.it), la Commissione Tutela Ambiente Montano del CAI (webmaster@tamvfg.it ) o l'Ente Parco ( info@parcocollieuganei.com ).  

    Fabio Favaretto (CAI - Commissione Tutela Ambiente Montano per il Veneto e Friuli-V.G.)

Marmolada: pericolo cemento

Ancora pericolo cementificazione in montagna… e ancora un SOS ambientale, questa volta lanciato da Mountain Wilderness, per la Marmolada. Dopo l’appello contro il nuovo campeggio di Carezza al Lago (pubblicato la settimana scorsa), arriva l’allarme per la salvaguardia ambientale della Regina delle Dolomiti. Di cosa si tratta è presto detto: il movimento ambientalista internazionale, nato nel 1987 in difesa dei territori di montagna, pone l’attenzione sul progetto denominato “Marmolada Regina delle Dolomiti Wellness e Sport Resort”, che sarebbe stato presentato dalla società funiviaria “Tofana e Marmolada S.p.A.” per la realizzazione, nell’area di Malga Ciapela, di nuovi fabbricati per un totale di 146.849 metri cubi.

Secondo quanto ha divulgato dalla Mountain Wilderness, il progetto: “intenderebbe costruire un paese vivo ai piedi della Marmolada”. E in dettaglio: “Su 3000 metri quadrati di territorio si costruirebbero due alberghi (41.811 mc + 21.375 mc.), alcuni chalets (16.050 mc.), infrastrutture per alberghi e aggiuntive (29.616mc. + 8043mc.), aree con piscine e attrazioni d’acqua interne ed esterne il tutto per richiamare clientela selezionata e penetrare il mercato internazionale grazie al grande nome della montagna dolomitica. Si prevedono così 146.849 metri cubi di cemento per costi che supereranno i 50 milioni di euro, dei quali il 20% sarebbe pagato con contributi a fondo perduto e solo un altro 20% troverebbe investimenti in mezzi propri della società.”

Tutto ciò a pochi mesi dalla firma del Patto per la Marmolada, sottoscritto tra le Province di Trento e Belluno, i soggetti economici e Mountain Wilderness. Un Patto che, nel concreto degli indirizzi di gestione dell’area, avrebbe dovuto, da un lato dare voce a tutti i soggetti di quel territorio, dall’altra affrontare le problematiche d’intervento sullo stesso territorio secondo i criteri indicati della Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 per la tutela dell’ambiente.

Ora, Mountain Wilderness invita: “… i soggetti pubblici, tenuti alla difesa del patrimonio ambientale collettivo, Comuni, Regione Veneto e Provincia di Trento (per quanto di sua competenza): a cassare il progetto presentato; a riprendere un confronto diretto con tutti i soggetti firmatari del patto; ad individuare le prime realizzazioni che possono dare vita agli intendimenti condivisi da tutti per il rilancio della Marmolada e per offrire a tutti i residenti, agli escursionisti, agli alpinisti, ampie garanzie di riqualificazione turistica, di conservazione e sviluppo della montagna Regina delle Dolomiti.”

Un’ultima annotazione, che a noi sembra utile sottolineare: la Marmolada è una delle aree che la Comunità Europea ha definito: “Siti di Importanza Comunitaria”… E non c’è dubbio: va salvaguardata!

Fonte www.planetmountain.com 

Club Alpino Italiano
sezioni di Asiago , Dolo, Mestre e Venezia
Associazione ARCAM Mirano

Ciclio di incontri e uscite a parteipazione libera sul tema:

Vivere l'ambiente 2004
MONTAGNA: MITO E CONSUMO

PROGRAMMA COMPLETO

(Commissione TAM del Veneto e Friuli-Venezia Giulia )

Un nuovo campeggio sul lago di Carezza 10000 mq di ambiente naturale a rischio

14-01-2004 Amici di Carezza
Perchè un campeggio a Carezza al Lago?

10000 mq di terreno trasformati da “verde alpino e bosco” a “zona per attrezzature turistiche-campeggio”. In gergo urbanistico questa si chiama "variante" al Piano Regolatore Generale di Zona e ad approvarla è stato il Consiglio Comunale di Nova Levante-Welschnofen. E' il primo passo per un finale che sembra già annunciato e già visto: lì dove ora c'è solo il verde di pascoli e pini sorgerà un grande campeggio. Il tutto succede nel "piccolo" paradiso naturale di Carezza, in provincia di Bolzano) ovvero una delle zone più suggestive e salvaguardate delle Dolomiti, ai piedi del rocce che ispirarono la leggenda di Re Laurino, il Catinaccio-Rosengarten, e a poche centinaia di metri dal Lago di Carezza. Tutto già scritto e deciso? Si ripeterà, per l'ennesima volta, il destino ineluttabile che insegue il patrimonio naturale della nostra penisola? Primi a non volerci credere sono gli "Amici di Carezza" riuniti in un Comitato contrario alla costruzione dei campeggi presso Carezza al Lago. Sono oltre 600 le firme finora raccolte dal Comitato contro lo stravolgimento annunciato. E' interessante segnalare in proposito che, oltre a molti abitanti della zona, tra i firmatari compaiono persone residenti in 130 differenti città o località di Italia, e, inoltre, che adesioni sono arrivate anche da Austria, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Grecia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Segno inconfutabile di quanto questo territorio, e le scelte che lo riguardano, siano importanti. Tanto importanti, crediamo, da superare valutazioni esclusivamente dettate da interessi o motivazioni strettamente private e locali. Su www.planetmountain.com  è pubblicato il documento del Comitato "Amici di Carezza", in cui vengono analizzati e spiegati i motivi 
dell'opposizione alla variante approvata. Inoltre c'è la possibilità di sottoscrivere l'appello.

Fonte www.planetmountain.com 

Minaccia sul Monte Matajùr

Una grave minaccia incombe sul Monte Matajùr, la montagna, ben visibile  da Udine, che si innalza sul confine con la Slovenia ed è da sempre meta di escursioni oltre che ambito di elevatissimo valore naturalistico ( da oltre un secolo è abitata,fra l’altro, da una isolata colonia di camosci ). Sulla Gazzetta ufficiale del 28 febbraio 2003 è infatti pubblicata un’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri che prevede la creazione, sull’intero territorio nazionale, di una nuova rete di radar per monitorare il rischio idrogeologico e idrico. Uno di questi verrebbe realizzato proprio  in prossimità della vetta del Monte Matajùr. Secondo quanto reso noto dalla stampa locale, si tratterebbe di una torre alta una ventina di metri, con in cima un pallone di 5 metri di diametro, alla quale si aggiungerebbero tralicci elettrici e telefonici e una strada di servizio. In pratica, la cima di questa montagna verrebbe sconvolta in maniera irreversibile. Tutto questo dopo che in tempi recenti erano stati spesi fondi dell’Unione Europea per il suo risanamento ambientale, la rimozione di alcuni vecchi skilift, la realizzazione di un sentiero naturalistico e di un osservatorio faunistico. La notizia che più preoccupa è che, in base alla legge n. 225/1992 istitutiva del Servizio di Protezione civile, il progetto potrebbe essere approvato e realizzato in tempi brevi, in deroga alle norme in materia di tutela ambientale e paesaggistica e di appalti di opere pubbliche, e ciò in nome della straordinaria necessità e urgenza. Proprio su questo aspetto si fondano le perplessità di quanti si oppongono al progetto: dove sta la straordinaria urgenza, considerato che la Regione Friuli-Venezia Giulia è già dotata di un altro radar meteo ? Non resta che auspicare una pronta mobilitazione di quanti ( CAI, associazioni ambientaliste, amministrazioni locali ) abbiano a cuore il Monte Matajùr.

(Commissione TAM del Veneto e Friuli-Venezia Giulia )

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